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Essere donna a Londra: "perchè ti ho scelta"

Pubblicato/aggiornato: 17 Marzo 2021
A Londra continuano le proteste contro la polizia legate all'omicidio di Sarah Everard
Dopo l'intervento delle forze dell'ordine per bloccare la veglia funebre organizzata a Clapham Common sabato scorso, parecchie persone si sono radunate lunedì a Parlament Square accusando la polizia di abuso di potere
 
L'omicidio della giovane Everard ha portato alla luce un clima di timore ed insicurezza vissuto in particolare dalle donne, le quali erano presenti in gran numero alla protesta.
 
Se ora le donne si sentono insicure a causa di quanto accaduto, Londra ha tuttavia sempre rappresentato un luogo di libertà di espressione che ha permesso ha molte persone di poter vivere la propria vita senza temere di essere criticati o giudicati.
 
A tale proposito, riportiamo di seguito il punto di vista di Alexis Bonazzi, attivista del movimento Speak up e dell'Associazione Wake up Italia, sul perché lei ha scelto Londra.
 
"La scelta di un posto in cui vivere dipende da molte variabili, e le più comuni sono: lingua parlata, costo della vita, possibilità future, e servizio postale (l’ultima è determinante per una eBayer compulsiva come me). Poi c’è il cima politico… per questo vivo a Londra e non a Teheran o Bergamo (entrambi bellissimi posti, mi dicono). Scherzi a parte, le considerazioni che portando gli individui a scegliere una città come propria dimora sono molteplici, e spesso questi calcoli sono eseguiti dalla nostra mente in maniera molto istintiva, e le loro implicazioni non ci vengono rivelate per molto tempo. O almeno per me è stato così. La scelta di questa bellissima città per me è avvenuta in modo forse irrazionale. Volevo andarmene. Londra mi è sempre sembrata un misto tra El Dorado e New York… un posto dove puoi diventare chi vuoi e l’altro un luogo mitico, scegliete voi quale dei due sia l’uno e l’altro. Sono passati dieci anni dal mio volo easyjet per Londra, solo andata, cose ne sono cambiate, ed Io con esse… vuoi che sia per il flusso d’informazioni o per l’ambiente un po’ bohème di certi quartieri, ma alla fine ho capito che in retrospettiva, non era il mio piccolo paese a starmi stretto, ma la mia identità. 

Voi ci credete al destino? Io no. Però delle volte mi viene voglia di crederci, perché tra tutti i posti che potevo scegliere sono riuscita a prendere la città che forse è più accogliente per le persone della comunità LGBTQ+.

Questo è il bello di Londra. Non avere dei “ghetti”, ma avere la sicurezza di essere accettat* in qualunque locale si voglia entrare. Ovviamente esistono quartieri e locali cosiddetti LGBTQ+, basta pensare a Soho, oppure alla discoteca Heaven (approdo di decine di italiani il lunedì sera, quando si entrava con un Pound presentando la busta paga!) però la grande bellezza sta nel non doversi nascondere, non dover per forza andare in locali Gay o Lesbo, ma venire trattati con dignità in qualsiasi locale si voglia entrare, che sia per un pub “crawl” con gli amici, o per un afternoon tea di lavoro. 

In UK il numero d’italiani è più che raddoppiato negli ultimi dieci anni. Siamo oramai 404.160 (dato statistico del consolato italiano a Londra) con quasi la metà di essi che vivono nella sola Londra. Nonostante la Brexit e la crisi economica, moltissimi individui ogni giorno decidono di venire qua per cercare un futuro migliore o semplicemente per smettere di nascondersi nell’Italia sempre bloccata nel passato dalle sue polemiche inutili e dalla sua politica che da un lato finge indignazione per ogni pestaggio di coppie Gay, mentre dall’altro aizza squadristi contro la comunità LGBTQ+, colpevole di volere un paese moderno e laico nell’anno 2021! Oggi, guardandomi indietro la scelta di partire mi sembra sia stata la migliore, anche se a volte il mio piccolo paese tra le montagne mi manca molto. Magari un giorno tornerò… ma fino a quando quel giorno arriverà… io scelgo Londra, e voi?"

  • Scritto da Dora Bortoluzzi,
    17 Marzo 2021