Brexit: cosa cambia per turisti e immigrati europei
A quasi quattro anni di distanza dal referendum del 23 giugno 2016, il 31 gennaio 2020 il Regno Unito è uscito ufficialmente dall'Unione Europea. Scopri cosa è cambiato per turisti e residenti, tra visti e "permessi di soggiorno".
E' necessario il visto per entrare come turista nel Regno Unito?
Anche se il Regno Unito ha lasciato ufficialmente l'UE il 31 gennaio, i turisti non noteranno cambiamenti immediati perché è stato concordato un periodo di transizione fino alla fine di dicembre 2020, durante il quale continuano ad applicarsi le norme UE esistenti. Ciò significa che c'è e ci sarà ancora la libera circolazione delle persone tra l'UE e il Regno Unito. Pertanto i cittadini italiani, come tutti quelli dell'Unione Europea, possono continuare a recarsi a Londra e nel Regno Unito per vacanze o viaggi di breve durata, senza bisogno di un visto, almeno fino alla fine del 2020. Al controllo di frontiera è come sempre necessario esibire un passaporto valido (consigliato) o una carta d'identità nazionale. Ricordiamo che da tempo il sito della Farnesina segnala frequenti disagi (fino al respingimento in frontiera) con le carte d'identità in formato cartaceo, specie se rinnovate con timbro apposto dal Comune di appartenenza. E' opportuno verificare prima della partenza che il documento d'identità non presenti alcun tipo di danneggiamento: il pur minimo deterioramento potrebbe comportare respingimenti alla frontiera, a prescinere dalla Brexit!
Casi in cui sarà necessario il visto per entrare in Uk
Solo al termine del periodo di transizione, quindi dopo la fine di dicembre 2020 (la data non è stata ancora ufficializzata), sarà necessario il visto a tutti i cittadini europei che entreranno nel Regno Unito per i seguenti motivi:
- Viaggi di piacere, come ad esempio una vacanza o per visitare familiari o amici
- Viaggi di affari, o per prendere parte a eventi sportivi o ricreativi
- Altri tipi di viaggio, come ad esempio per ricevere cure mediche private
Costi e modalità per ottenere il visto d'ingresso nel Regno Unito non sono ancora stati stabiliti: quando ci saranno novità al riguardo ne scriveremo nelle nostre pagine
Quali altre conseguenze ci saranno dopo il periodo di transizione?
Il Regno Unito e l'UE devono ancora concordare le norme che si applicheranno dopo il dicembre 2020 in materia di commercio e immigrazione. Più la fine dell'anno si avvicina senza un accordo, maggiore sarà l'incertezza, soprattutto perché il governo di Boris Johnson ha affermato che non prolungherà il periodo di transizione fino al 2021. Pertanto, se entro il 31 dicembre non saranno conclusi accordi sul commercio o sull'immigrazione, l'uscita sarà "dura" e le conseguenze della hard brexit si ripercuoteranno inevitabilmente su persone e imprese. Si prevedono problemi alle frontiere con tempi lunghi e code che interesseranno sia le persone che le merci, con barriere tariffarie e non tariffarie tra l'UE e il Regno Unito che limiteranno lo scambio di beni e servizi.
Come restare da residenti nel Regno Unito dopo la Brexit
Il governo del Regno Unito ha concordato con l'UE un nuovo status per i cittadini europei già residenti in UK, per consentire loro di continuare a vivere e lavorare nel paese. La scadenza per inviare la richiesta ed ottenere il nuovo status, detto Settled Status, è il 30 giugno 2021, o il 31 dicembre 2020 se il Regno Unito lascierà l'Unione Europea senza un accordo.
Chi otterrà (o ha già ottenuto) il settled status (il "diritto di soggiorno permanente") o il pre-settled status (quello "preliminare") potrà rimanere a Londra o comunque in UK senza particolari cambiamenti, anche dopo l'uscita dall'UE: il diritto di soggiorno sarà protetto, così come quello a lavorare, a studiare e ad accedere a servizi e cure sanitarie. L'amministrazione del sindaco di Londra Sadiq Khan offre un supporto importante ai cittadini europei che vivono a Londra ed ha voluto, tra le tante iniziative in questo senso, anche la crezione di EU Londoners Hub, una guida online con cui informare e la sezione Advice and support services con una lista di riferimenti a cui gli europei che vivono e lavorano nella capitale possono chiedere assistenza. Il Patronato INCA nel Regno Unito, in collaborazione con ITACA, ha invece attivato uno sportello per aiutare i cittadini italiani e le loro famiglie a registrarsi per il Settled Status: il servizio è gratuito.
Le norme per trasferirsi nel Regno Unito dopo la Brexit
Il premier Johnson ha anticipato quello che sarà il nuovo sistema di valutazione a punti, d'ispirazione australiana, che verrà applicato indistintamente ai cittadini europei o extracomunitari che vorranno trasferirsi nel Regno Unito dal 1 gennaio 2021. I punti saranno attribuiti (10 o 20 per voce) soltanto a chi avrà già in mano offerte di lavoro superiori alle 25mila sterline l'anno, titoli di studio specifici (come Phd), qualificazione per settori con carenza occupazionale nel Regno Unito e conoscenza dell'inglese. Il visto di lavoro potrà essere concesso solo ai richiedenti che abbiano ottenuto almeno 70 punti.